Quattro chiacchiere con Dino Scardovi e Pusa Bikers
giovedì, novembre 27, 2014
PUSA BIKERS |
Nella sua impresa non è solo, ad accompagnarlo vi sono i suoi colleghi di viaggio che lui descrive in questo divertente modo:
a sinistra: Piero, detto "Gupo", il primario del gruppo... Se c'è lui possiamo permetterci di cadere e farci male, tanto lui,..........., chiamerebbe il 118!:-) Maurizio, detto Miciccio: l'ingegnere, il Mac Gyver del gruppo: sua l'invenzione del portage con bici a spalla e sella ruotata e le riparazioni al volo della solita bici rotta: quella di Giorgio! (vedi foto) Poi c'è l'instancabile organizzatore e trascinatore del gruppo, Giorgio: per lui il mezzo non conta, basta che ci sia un telaio, una sella e due ruote (possibilmente non bucate) e si parte; lui "sente" la montagna ed ha il GPS integrato nel cervello, non si perde mai.
A destra ci sono io, e quindi non dico nulla.
Lago Liconi |
Come detto, è un'esigenza che
è nata insieme con gli amici del gruppo per cristallizzare le immagini
bellissime dei luoghi che attraversiamo durante le escursioni.
2) Che metodo usi per riuscire a immortalare certe atmosfere e certe emozioni, sono scatti studiati o estemporanei?
Dovunque
sia, sono solito guardarmi intorno con attenzione alla ricerca del
particolare insolito, curioso, appassionante: poichè ho quasi sempre la
macchina foto con me (o, alla peggio, il cellulare), lo scatto ne è la
conseguenza. In montagna, o in vacanza, questo "istinto" è
particolarmente attivo e, praticamente, scatto in continuazione. Non
programmo nulla, inquadro e scatto su qualunque cosa mi attiri (a quando
una camera sottocutanea sulla fronte? Così non dovrei estrarre la
macchina dalla custodia... Non ci stanno pensando quelli della Apple:
devo dirglielo!)
3) Il tuo gruppo si chiama Pusa Bikers, un nome dalle origini piemontesi e dal retrogusto ironico, ma com'è nato e perché?
In
realtà non si deve a me il nome (anche perchè le mie origini sono
venete e non conosco il dialetto piemontese); io avrei scelto qualcosa
di più "inglesizzante", magari un nome più tecnico, ma certamente meno
evocativo e originale. Dopo un sondaggio all'interno del gruppo, credo
che l'ideatore del nome sia Giorgio o Max.Discesa Arnas |
4)
Per riuscire nell'impresa di creare un reportage del tour ciclistico,
avrai sicuramente selezionato una attrezzatura che concili semplicità
d'uso, immediatezza, peso e performance: cosa consiglieresti ad un
appassionato che volesse cimentarsi?
Mirrorless,
dalle splendide performance, ma con ingombri ridotti per poterla sempre
portare con sè e dotata di autofocus rapido. Mi spiace non poter
portare con me diverse ottiche (troppo ingombranti) e non avere il tempo
per usare eventuali filtri (anche se con l'editing molte cose si
riescono comunque a fare). No, invece (almeno per ora) alle Go-pro
(troppo impegnative a livello di ingombri in byte e, in ogni caso,
un'immagine evoca molto più di un filmato (il video può andar bene solo
per qualche acrobazia; ironia nell'audio).l grande ideatore degli itinerari è Giorgio il quale passa più tempo con gli occhi sulle cartine dell'IGC che a fare qualsiasi altra cosa; anch'io sono così, ma quando riesco ad avere un po' di tempo libero (da mesi, ormai, vado quasi solo al traino).
Ci aiutano
molto, da alcuni anni, i vari siti dedicati da cui scaricare o
condividere le tracce GPS. Gio', comunque, predilige gli itinerari in
alta quota, io seguo quelli "liguri" che lui non ama particolarmente.
6) Il tuo gruppo è aperto ad accettare altri membri e nel caso come fare a contattarvi.
Tendenzialmente
sì: le cose che amiamo fare, però, sono piuttosto "hard" (non pensare
male...), per cui, pur avendo in passato esteso gli inviti ad altri
bikers, normalmente dopo un paio di gite non si sono più visti.
Comunque, il nostro affiatamento, costruito dopo anni di frequentazione, non si può improvvisare
7) Utilizzi software e post-produzione prima di pubblicare le tue fotografie.
ACDSEEpro: più facile e intuitivo di Photoshop, con prestazioni simili, almeno per le nostre esigenze.
8) Quale sarà la prossima meta e l'itinerario impossibile ma che vorresti realizzare?
Di idee ne avremmo più di quante ne potremo realizzare, perlomeno, fino a che saremo in grado di pedalare.
Le Dolomiti, fatte a piedi, sicuramente ci mancano: speriamo di colmare la lacuna presto.
Come
"impresa" originale e un po' al limite, sono anni che attendiamo di
trovare il ghiaccio in condizioni ottimali per salire sul Breithorn
(4000m. di quota) e ridiscendere in bici per ben 3000 m. di dislivello
in discesa fino in valle!!! Prima o poi ce la faremo...
Dino
Dino
Un ringraziamento a Dino e la disponitbilità con cui si è prestato a questa intervista e per la generosità con cui tutto il gruppo mette a dsiposizione le meravigliose foto, grazie a tutti voi e Pusa bikers :D
Alla prossima,
Ammirate le foto nella pagina del gruppo PUSA BIKERS.
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